Qual è il paradigma del Fintech?
Relazione sulla tavola rotonda organizzata da Consob dal titolo “Fintech tra regolazione, mercato e concorrenza”.
Roma 24 ottobre 2019 – di Laura Oliva, CEO ekuota.com
Al convegno “Il Fintech tra regolazione, mercato e concorrenza” organizzato da Consob (Roma, 24 ottobre 2019), tutti i relatori hanno sottolineato l’urgenza di un paradigma ordinatore delle attività. La professoressa Finocchiaro (2) ha sostenuto che è necessario costruire – o ricostruire – un sistema giuridico, perché attualmente le attività Fintech non sono comprese nell’ordinamento.“I moderni uomini d’affari e avvocati sono, in realtà, potenti stregoni contemporanei. La differenza principale tra loro e gli sciamani tribali è che gli avvocati moderni raccontano storie più bizzarre”. Yual Noah Harari (1)
L’intento espresso non è tanto quello di gestire il sistema, quanto piuttosto indicare a quali domande rispondere per finalizzare il nuovo sistema giuridico. I principali temi affrontati sono stati: le fonti giuridiche, i dati personali, la neutralità tecnologica e le valute digitali.
- Le fonti giuridiche
Nella realtà del Fintech, il campo da gioco è internazionale e le regole sono diverse, a volte di portata globale. In questo momento storico si tratta di un aspetto critico, date le grandi difficoltà in cui versa la cooperazione internazionale. Nel Fintech si utilizzano fonti che non sono propriamente definibili “fonti” dal nostro ordinamento, come il contratto e la tecnica. Inoltre, sono gli attori stessi che dettano le regole. L’autonomia privata è diventata al pari di una sovranità privata. Pensiamo a Facebook dove è il contratto che detta le regole, ma non solo, è un sistema che conduce alla risoluzione delle controversie e aspira anche a battere moneta. In ultima analisi si tratta di un sistema portatore ultimo di sovranità.
- I dati personali
Per l’utilizzo dei dati personali, un bene economico di natura particolare, le normative sono tra loro in contrasto. Pensiamo alla PSD2: da un lato si protegge e dall’altro si offre il dato ad altri operatori. Come conciliare tutto questo? Il dato è un bene e anche una proiezione della personalità. Un bene che circola secondo regole particolari, quelle della tutela dei diritti della personalità. Una tutela particolare che significa controllo e una circolazione che non si può ricondurre a quella della proprietà ma piuttosto, secondo paradigmi diversi, a quelli del diritto di uso, del contratto di licenza, della proprietà industriale. Un bene che permane in più contesti e che non si esaurisce con lo scambio.
- Neutralità tecnologica
Il principio della “neutralità tecnologica”, secondo il quale la regolazione deve mantenersi neutra rispetto alle diverse modalità tecniche, non è condivisibile fino in fondo. Se il paradigma è dirompente (disruptive), come nei casi dell’intelligenza artificiale e del machine learning, allora la struttura delle forze del mercato è alterata alla radice, dunque si introducono nuovi rischi e quindi non si può essere neutrali.
- Le valute digitali
Un sondaggio condotto presso le banche centrali (3) mostra che la maggioranza di queste guarda con interesse alle implicazioni sull’utilizzo della valuta digitale. I vantaggi sono rilevanti: riduzione dei costi di produzione del contante, riduzione della contraffazione, controllo costante della massa monetaria e completa tracciabilità.
Sebbene molte ne abbiano valutato l’operatività, le banche centrali sembrano procedere con cautela e sono poche quelle che hanno intenzione di emettere una valuta digitale, nel breve o medio termine. Svezia e Uruguay sono due pionieri, entrambi stanno valutando un progetto che condurrà alla futura coesistenza di moneta contante e di valuta digitale. In Svezia, l’utilizzo del contante è in declino da diversi anni e ci si attende che scompaia. Per l’Uruguay, l’inclusione finanziaria è il principale obiettivo. E’ stato fatto un test con l’emissione di 20 milioni di Peso virtuale (o @Pesos) e altri trial sono in cantiere.
- Conclusioni
Da questa realtà complessa, quale è la realtà innovativa del Fintech, emerge un groviglio di norme che hanno bisogno di un ordinamento, senza tralasciare di prestare attenzione alla natura dei problemi affrontati, coniugando le utilità tecnologiche alla tutela del bene comune.
La comprensione della tecnologia è indispensabile, il supporto da parte di tecnici è opportuno perché le tecnologie sono abilitanti, ma anche respingenti. Non si possono costruire buone regole, senza comprendere la tecnologia che sta alle fondamenta.
Come regolare i fenomeni senza ostacolarne lo sviluppo è la preoccupazione espressa da molti. Uno sviluppo che non sia considerato un assioma, ma che coniughi la tutela del risparmio, degli investitori e gli interessi della comunità.
“Con il passare del tempo la realtà immaginaria è diventata sempre più potente,
tanto che ora le forze più potenti al mondo sono entità fittizie: Google, Facebook, la banca mondiale.
Entità che esistono solo nella nostra immaginazione”.
Yuval Noah Harari (1).
(1): “Sapiens, da animali a dèi”, Yuval Noah Harari – Edizioni Bompiani
(2): “Fintech: diritti, concorrenza e regole” a cura di G. Finocchiaro e V. Falce, Zanichelli Ed. 2019
(3): BIS Papers No 101 Proceeding with caution –a survey on central bank digital currency By Christian Barontini and Henry Holden. https://www.bis.org/publ/bppdf/bispap101.pdf