A seguito della pandemia, il tessuto industriale italiano e internazionale, molto imprese hanno subito un profondo shock economico e finanziario, che ha impattato in modo rilevante i diversi attori del sistema imprenditoriale. Le aziende italiane, per poter recuperare competitività in questa fase di ripartenza, necessitano quindi di un supporto non solo a livello finanziario, ma anche da un punto di vista strategico.
Secondo i dati dell’Osservatorio sul Working Capital realizzato da CRIBIS, il 37% delle PMI in fase pre-Covid partiva da situazioni di liquidità già delicate, mentre un altro 7% la fronteggiava senza molti margini di manovra.
Proprio loro hanno dunque esigenze per circa 60 miliardi di euro, di cui solo una parte minoritaria, pari a circa 15 miliardi, può essere coperta dai flussi di cassa generati durante il 2020; i restanti 45 dovranno essere attinti dal canale creditizio. A subire il forte impatto negativo del Covid sono state le PMI dei settori del turismo/tempo libero, commercio di autoveicoli, oil&gas, ingegneria civile e costruzioni, meccanica/mezzi di trasporto e prodotti metallici: la forte componente dei costi fissi e l’elevata incidenza del capitale circolante hanno pesato sul loro profilo finanziario, con conseguenze come un deterioramento del merito di credito, una riduzione dell’operatività commerciale e un allungamento dei tempi di pagamento ai fornitori. Le PMI hanno indicato una crescente preoccupazione per l’impatto che il deterioramento dei loro financials e della situazione macro-economica può avere sull’accesso a finanziamenti, in particolare le PMI italiane hanno riportato un peggioramento delle aspettative di accedere a prestiti bancari (-13%).
Per il Barometro Atradius sui comportamenti di pagamento, il PIL mondiale in contrazione di oltre il 4% nel 2020 ha prodotto in Europa una crescita delle insolvenze aziendali del 26%. Sono aumentate le aziende che concedono credito ai propri clienti e si sono allungati i tempi di pagamento delle fatture; inoltre cresce il numero delle imprese che si cautelano assicurando i propri crediti. Le fatture scadute sono aumentate notevolmente durante la pandemia: nel 2019 il valore delle fatture non pagate alla scadenza nell’Europa occidentale è stato del 29% del valore totale delle vendite a credito tra aziende, nel 2020 ha raggiunto il 47%.
La divisione Global Commercial Services di American Express, sta supportando le aziende nell’ottimizzazione del capitale circolante, con soluzioni indirizzate sia al mondo business travel che al mondo “supplier payments”. La value proposition di Amex è complementare a quella dei circuiti di finanziamento tradizionali nella gestione del capitale circolante e dei flussi di cassa, in un periodo di difficile accesso al credito, incrementando l’agilità di processo e la profittabilità. Dal risparmio dei costi procurement, al miglior utilizzo del cash flow, oltre ad un’agevolazione di incasso anticipato per i fornitori, e a un beneficio per le aziende che possono trarre vantaggio dalla dilazione, Amex può offrire un supporto fondamentale, contribuendo a rendere efficace il processo di crescita delle imprese italiane di tutte le dimensioni.
