Il nuovo servizio Check-Iban

Massimo Battistella – Vicepresidente AITI

L’offerta dei servizi di Open Banking messi a disposizione delle Imprese grazie alle previsioni della PSD2 si è arricchita, in Italia, del servizio Check IBAN che consente di verificare la corretta associazione tra IBAN e Codice Fiscale/Partita IVA del titolare (persona fisica o persona giuridica) del conto corrente.

Il servizio Check-IBAN è stato realizzato in tempi molto rapidi nei primi mesi del 2020 da CBI per la piattaforma PagoPa ed è stato utilizzato anche dall’Agenzia delle Entrate durante l’emergenza sanitaria per l’erogazione di contributi a fondo perduto, permettendo agli Enti erogatori di validare in tempo reale l’IBAN abbinato al Codice Fiscale di un soggetto (persona fisica o giuridica) destinatario di un determinato pagamento.

AITI, nell’ambito del Comitato Pagamenti di Banca d’Italia, ha sottolineato l’importanza che le modalità di funzionamento e gli standard adottati creati per la piattaforma PagoPA siano coerenti con le regole e gli standard della SEPA ed evidenziato l’importanza che servizi quali il Check IBAN rispondano a logiche di sistema, ad esempio mediante lo sviluppo di interfacce comuni su cui i diversi soggetti possano poi implementare servizi di tipo competitivo.

Anche in seguito alle nostre osservazioni, il servizio è ora stato messo a disposizione di tutte le imprese, che per la sua erogazione possono rivolgersi ai propri fornitori di servizi di pagamento

Il servizio permetterà, quindi, alle Imprese, ed in particolare a quelle di piccole dimensioni non dotate di procedure codificate per di verifica dell’IBAN delle controparti, di verificare immediatamente, per il tramite del proprio PSP di riferimento, che un determinato codice IBAN sia

effettivamente abbinato a un certo Codice Fiscale/Partita IVA, velocizzando le procedure amministrative, riducendone drasticamente tempi e costi ed eliminando del tutto i rischi di frode dovuti all’esecuzione dei bonifici solo sulla base dell’IBAN.

Il costo del servizio è liberamente definito dai PSP, e si basa un una commissione interbancaria riconosciuta alla banca di radicamento del conto corrente che aggira attorno ai 17 centesimi per richiesta.

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