Da sempre la gestione dei rischi è stato un tema affrontato dalle aziende per una efficiente gestione della tesoreria. Sebbene la tematica interessi aziende di ogni ordine e grado, fino a qualche anno fa solo le aziende di grandi dimensioni ricorrevano a strategie di risk management per mitigare gli effetti perversi derivanti da questi rischi sul bilancio.
Tra i vari rischi che un’azienda si trova ad affrontare particolare menzione meritano quelli di mercato. Tra questi rischi rientrano:
- Il rischio prezzo – legato alla variazione repentina di prezzo di un asset
- Il rischio cambio – legato all’oscillazione del tasso di cambio che può impattare sui flussi di cassa in valuta estera
- Il rischio materie prime – legato alla variazione del prezzo delle merci con conseguente impatto sui prezzi di produzione e sui margini aziendali
- Il rischio tasso d’interesse – legato alla variazione dei tassi di interesse che impatta sul costo di finanziamento
Come dicevamo, negli anni la gestione dei rischi di mercato è rimasto un aspetto ignoto soprattutto per le aziende di piccole e medie dimensioni. Le ridotte dimensioni del business e le variazioni contenute dei prezzi hanno fatto sì che queste potessero ignorare gli effetti perversi generati da questi rischi, dato che le oscillazioni non erano così importanti e repentine.
Negli ultimi due anni, una serie di fattori hanno però amplificato in maniera considerevole alcuni di questi rischi, rendendo quest’ultimi impossibili da ignorare. I cosiddetti colli di bottiglia generatisi post Covid, la guerra in Ucraina, l’inflazione galoppante e le strategie monetarie restrittive hanno creato non poche difficoltà alle aziende che sinora non avevano mai affrontato seriamente il problema della gestione dei rischi di mercato.
Da qui la necessità di gestire il rischio, attraverso la cosiddetta copertura finanziaria (hedging). L’hedging consiste nell’apertura di nuove posizioni sul mercato finanziario per proteggere l’esposizione corrente. Attraverso la copertura finanziaria le aziende possono decidono di eliminare in parte o del tutto il rischio connesso con la loro attività economica, fissando in anticipo il prezzo di una transazione futura. È importante comprendere che l’hedging è utile per ridurre le potenziali perdite derivanti da andamenti avversi del mercato, non per realizzare profitti.
Per semplificare il concetto riportiamo qui un paio di esempi di hedging.
Esempio 1 – Copertura del rischio cambio
L’azienda italiana Alfa dovrà pagare 1 milione di dollari statunitensi (USD) tra 3 mesi. Il cambio EUR/USD oggi è a 1,20, quindi il debito in euro sarebbe pari a circa 833.000€ oggi. Cosa accade se il cambio dovesse salire a 1,25? E se dovesse scendere a 1,15?
Nella tabella sotto sono riportati il guadagno o la perdita che deriverebbero dai suddetti movimenti del mercato. In soldoni, se il cambio Eurodollaro dovesse salire a 1,25, vale a dire che l’euro si apprezza sul biglietto verde, il nostro debito scenderà di valore e varrà 800.000 euro, con un risparmio di 33.000 euro circa. Se il cambio dovesse scendere a 1,15, contrariamente il dollaro si apprezza contro euro e il debito sale di valore, circa 870.000 euro, con una perdita di 37.000 euro.
Se decidiamo di coprire invece il rischio cambio, andremo sul mercato e acquisteremo dollari, così da evitare che un apprezzamento del biglietto verde aumenti l’esborso sul debito in dollari. Come si evince dalla tabella sotto, in caso di apprezzamento del cambio a 1,25, il guadagno che avrei sulla posizione pregressa sarebbe eroso dalla perdita sulla copertura finanziaria, con somma totale pari a 0. Nel caso invece di apprezzamento del dollaro sull’euro (cambio a 1,15), la perdita che otterrei sul debito sarebbe controbilanciata dal guadagno sulla copertura finanziaria.
È chiaro da questo esempio come la copertura finanziaria renda la struttura dell’operazione immune dai movimenti sottostanti del cambio, fissando un prezzo del cambio a 1,20.
Esempio 2 – Copertura del rischio materie prime
L’azienda Alfa acquista 5 tonnellate di rame con consegna e regolamentazione a 3 mesi. Il prezzo oggi a 3 mesi è di 10.000€/ton. Cosa accade se tra 3 mesi il prezzo sarà 9.000€? E cosa se sarà 11.000€?
Come nel caso precedente, anche qui riportiamo le due tabelle con ipotesi di non copertura e copertura dell’operazione sulle materie prime.
Crediamo che la copertura dei rischi di mercato rimanga un punto chiave per le aziende italiane che dovranno affrontare sfide importanti nel prossimo futuro, come l’aumento dei prezzi delle materie prime energetiche e il contesto volatile dei mercati finanziari.
Non solo coperture. Oggigiorno molte aziende guardano anche oltre. La conoscenza approfondita del settore in cui operano le pone in una condizione di vantaggio in termini di informazioni sul mercato di loro riferimento, spingendosi quindi a prendere posizioni speculative sul mercato stesso.
A differenza delle coperture, con la posizione speculativa si prende una precisa posizione direzionale sul sottostante sperando che il mercato vada a favore.