SHARING ECONOMY

Silvio Fossato –  Fonder e CEO di K9 PROFESSIONAL GROUP ITALIA – Professional & Business Evolution  
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COS’È E QUALI SONO I SUOI CAPISALDI

L’espressione “Sharing Economy” può essere tradotta semplicemente come “economia della condivisione”. L’economia della condivisione è un sistema per scambiare beni, servizi e competenze fra pari.

Nel complesso, a livello internazionale e italiano, tanto il termine Sharing Economy quanto i suoi quasi-sinonimi stanno via via lasciando il passo ad un’unica e più  ampia espressione sempre più diffusa: Collaborative Economy. Quest’ultima permette di raccogliere e caratterizzare più declinazioni empiriche del fenomeno in questione, senza però attribuire a tutte i significati specifici (e spesso valoriali) che l’espressione Sharing Economy (in inglese “economia della condivisione”) porta con sé. La formula Collaborative Economy sta, quindi, trovando il favore di diversi studiosi e stakeholders,  favorendo lo sviluppo di un’analisi più chiara del fenomeno.

In linea con l’evoluzione del linguaggio a livello internazionale si usa il termine Collaborative Economy (anzi, economia collaborativa). Nonostante questa scelta formale, resta evidente che per fare una ricognizione dei vari studi ed analisi, si dovrà necessariamente attingere anche agli scritti che usano altre espressioni (Sharing Economy e peer economy in particolare), in modo da capire, al di là della terminologia specifica, quali tratti salienti ed aspetti critici o potenzialità emergono.

Una domanda ci poniamo: a cosa ci si riferisce quando si parla di economia collaborativa? possiamo applicarla agli Operatori economici siano essi Imprenditori che Professionisti?

Tutto ciò è sempre avvenuto, ma con la crisi economica del 2008 e lo sviluppo dei social media si sono sviluppate piattaforme online che facilitano l’incontro fra utenti e privilegiano l’accesso allo scambio di informazioni e di contatto.

Da un lato nasce oggi la necessità di interagire tra Imprese e Professionisti posto il fatto che è diventata una necessità più che un interesse a farlo. In un Mondo che corre due volte il giro dell’orologio in un giorno, con una richiesta di iper-specializzazione delle competenze e con la tecnologia che riduce i tempi di esecuzione ma complica il flusso, l’individualismo è diventato deleterio per poter stare a mercato che ti vuole veloce, aggiornato, interdisciplinare e connesso.

Applicare il principio economico della Sharing Economy esportandolo all’interno della propria organizzazione strategica diventa fondamentale, ma spesso cozza con un retaggio culturale di NO SHARING che ne limita il suo potenziale e cioè: creare mercati dove prima non erano possibili, facendo incontrare domanda e offerta in modo efficiente e creando scambi tra persone che altrimenti non sarebbero avvenuti.

 Sharing Economy significa fare anche “sinergia intelligente” che non è da tutti…non basta mettere insieme quattro persone con l’obiettivo di portare a casa un risultato economico, bisogna applicare delle technicalities precise per riuscirci, in particolare bisogna tener conto delle seguenti componenti:

  1. SINERGIA – Avere un Capitale Relazionale
  2. INTEGRAZIONE – Avere una Competenza specifica
  3. TECNOLOGIA – Adottare strumenti digitali
  4. CAPACITA’ DI INVESTIMENTO – Avere capacità finanziaria da investire nella sinergia
  5. SISTEMA – Creare un sistema d’intelligence delle informazioni

Ovviamente non sono sufficienti queste componenti tecniche ma si devono considerare anche altre variabili soggettive dei partecipanti alla Sharing Economy che misurano il grado di attitudine a fare sinergia e quindi si dovranno considerare anche le seguenti componenti:

 

  1. Il Potenziale biologico (cioè l’attitudine nel fare sinergia o meno ed i come viene fatta);
  2. La Bio-energia (capacità di generare ed impiegare energia nel movimento e nel pensiero proattivo);
  3. Il Talento (dote innata).

 

L’ insieme, dunque, di queste variabili costituiscono un algoritmo utile e necessario a fare funzionare la sinergia tra persone diverse pur con un intento comune. Fare Sharing Economy non può prescindere da questo.

Oggi, mettere a fattore comune il proprio “Capitale Relazionale creando un ECO-SISTEMA offre la possibilità di moltiplicare le opportunità di business tra i partecipanti in grado di generare economia e ricchezza.

Quale strumento digitale è più idoneo per far funzionare la “ Sharing Economy” ?

Per essere veloci e performanti si dovrà creare una PIATTAFORMA DIGITALE INTERATTIVA studiata e creata ad hoc per fare Business Intelligence e Networking di sistema grazie alla quale è possibile profilare al suo interno un gran numero di Lead, referenze commerciali accreditate, contatti referenziati, Clienti referenziati, Opportunità d’affari, Progetti di Business ed effettuare il Matching di tutte le richieste segnalate. Le attività che si potranno eseguire all’interno della Piattaforma saranno:

  • Segnalare nuovi clienti interessati a fruire dei servizi e delle consulenze offerte sia direttamente che tramite i propri Partner accreditati;
  • effettuare il matching delle Opportunità di Business (censite e profilate dagli operatori dalla rete);
  • effettuare il matching dei Progetti di Business (censiti e profilati dagli operatori dalla rete);
  • effettuare il matching di contatti e relazioni commerciali (censiti e profilati dagli operatori dalla

rete).

La Sharing Economy si apre a scenari Internazionali?

Certamente, da qui nasce l’Intelligenza Manageriale e il suo algoritmo per trasformare ogni decisione in un risultato di Business desiderato. Sarà possibile ampliare la propria mission aziendale e quindi esportare la Sharing Economy coinvolgendo altri Operatori economici nel Mondo collegandoli alla Piattaforma creando così un Circuito Multimediale Internazionale tramite il quale è possibile scambiare informazioni, opportunità commerciali e di business tra Operatori Italiani ed Operatori avente sede in altri Paesi del mondo.

Per concludere va da se’ che l’economia collaborativa incide positivamente sull’efficienza dell’economia in tre modi principali: l’agevolazione di intercettare nuove aree di mercato, favorire il matching delle opportunità di business e l’ottimizzazione della interazione con altre competenze professionali.

Credo fermamente che l’applicazione della “Sharing Economy” sia oggi l’unico sistema di lavoro che può, se fatto bene, offrire un wayout  da un mercato saturo ed iper competitivo, creando una rete di interessi collettiva che può generare un’ economia veloce ed interconnessa tale da sostenere lo sforzo del singolo.