Le risorse del pianeta si stanno esaurendo? Oppure è solo una questione politica?

Francesco Maragno – Consigliere AITI 
null

Cosa ha portato all’aumento dei prezzi della materia prima e la conseguente impennata delle bollette di luce e gas?

 

Durante questi mesi invernali la nostra bolletta è aumentata vertiginosamente rispetto ad un anno fa e nonostante l’intervento del governo che, attraverso alcune manovre, ha ridotto l’Iva e gli oneri di sistema presenti in bolletta, il risultato è stato comunque penalizzante per le aziende.

Cerchiamo di comprendere qual è la causa di tutto ciò. I fattori che hanno determinato l’aumento del costo, soprattutto per quanto riguarda il gas, la fonte principale di approvvigionamento della nostra società, sono molteplici. Negli ultimi dodici mesi il prezzo è aumentato di circa il 500%. Ecco alcune delle cause:

  • La ripresa economica: a seguito dell’emergenza sanitaria si è verificato un aumento della richiesta di energia per la produzione nelle fabbriche, per i trasporti e per le attività quotidiane. Questo ha determinato un eccesso di domanda soprattutto nei paesi asiatici.
  • La mancanza di riserve e di scorte a seguito delle politiche di approvvigionamento energetico degli anni precedenti: durante lo scorso inverno, più freddo del dovuto e l’estate, con picchi di caldo eccessivi, gli Stati hanno utilizzato le proprie scorte che in realtà sarebbero dovute servire in parte per l’inverno successivo. In questa situazione gli stoccaggi di gas non si sono rivelati sufficienti rispetto alla domanda.
  • Limiti geopolitici: i maggiori produttori di gas sono geolocalizzati. L’Europa si rifornisce principalmente da Russia tramite i gasdotti e Stati Uniti attraverso gas liquido trasportato su navi. La forte spinta economica dell’Asia ha portato gli Stati Uniti a dirottare verso quei Paesi la maggior parte del proprio gas liquido, determinando un forte gioco di prezzi da parte dei produttori, considerando anche l’elevata domanda europea.
  • Ritardi nella messa in funzione del Nord Stream 2: a causa di questioni politiche, il nuovo gasdotto sottomarino, costruito per raddoppiare il trasporto di gas dalla Russia alla Germania passando sotto il Mar Baltico, sta subendo dei ritardi nella sua approvazione da parte dell’Unione Europea. La conseguenza è stata un aumento della tensione nei rapporti tra l’UE e Putin, il quale ha deciso per una riduzione della fornitura di gas all’Europa, determinando il conseguente aumento dei prezzi.

L’incremento della bolletta ha obbligato molte aziende italiane a riprogrammare le proprie strategie di produzione ed in alcuni casi addirittura a decidere per una sospensione momentanea, in quanto non conveniente.

Cosa può fare l’Italia per il futuro? Nel lungo periodo, sicuramente investire nella diversificazione delle fonti di approvvigionamento interne al Paese, concentrandosi sempre più su quelle rinnovabili. In ambito Europeo, cercare nuovi fornitori al fine di avere una maggiore possibilità di approvvigionamento e di non creare rapporti di dipendenza con le parti terze.

Torna alla Lettera AITI