Rialzo dei tassi di interesse e spunti per valorizzazione delle giacenze

Mattia Berbellini – Maxi Di Srl

Sono passati poco più di due anni da quando gli istituti bancari cominciarono a chiedere ai propri clienti di non lasciare troppa liquidità sul conto corrente! Pena il dover pagare un interesse negativo/commissione una volta superata la giacenza concordata. Questo in quanto il sistema bancario non poteva più permettersi di pagare la raccolta alla BCE al tasso dello 0,50% senza ribaltare ulteriori oneri ai clienti. Oggigiorno invece, nonostante l’aumento dei tassi registrato negli ultimi mesi, sono riscontrabili remunerazioni sui conti corrente ancora molto depresse. A conferma di ciò, il Ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti ha invocato, in più di un’occasione, un cambio di tendenza da parte delle banche ottenendo però scarsi risultati. Ciononostante, le tesorerie che hanno avuto o l’accortezza di fare provvista per i loro investimenti o operano in business con CCN negativo e ad alta liquidità, hanno ora l’occasione di remunerare in maniera interessante la disponibilità finanziaria aziendale tramite prodotti che possano ridare maggior senso alla professione. Da sempre il tema della gestione delle giacenze attive e della loro valorizzazione è un compito fondamentale per il tesoriere d’impresa. È dunque lecito domandarsi come valorizzare la liquidità di cui disponiamo? In responso come prima cosa occorre scindere la liquidità strutturale, quella che non viene intaccata in alcun modo dalla gestione del circolante, dalla liquidità operativa. Se il piano degli investimenti lo concede, con la prima si può pensare di effettuare investimenti anche a medio/lungo termine acquistando titoli che variano da obbligazioni corporate, piuttosto che Btp, polizze ramo I oppure mix di ramo I e III, ecc. Tutto questo senza dimenticare di creare varie “finestre temporali” che permettano di avere non solo l’incasso degli interessi ma anche il ritorno del capitale investito in ‘n’ periodi in modo da avere la possibilità di far rollare le scadenze con il passare del tempo. Per quanto riguarda la liquidità operativa si hanno anche qui varie opzioni che vanno dai classici time deposit o time cash, i quali possono variare in base alle necessità con durate che vanno dalla settimana ai 12 mesi, oppure dai pagamenti anticipati nei confronti dei fornitori strategici e continuativi. Concernente l’ultima opzione, è possibile poi pensare di agire con una soluzione “in house” oppure appoggiandosi a delle piattaforme che già sono sul mercato da qualche anno. L’utilizzo delle piattaforme risulterebbe vantaggioso grazie al loro grado di automazione in quanto, se correttamente impostate, hanno la possibilità di creare le scritture per la contabilità, plafond mensili di disponibilità e soprattutto l’impostazione di un tasso di sconto pre caricato senza doverlo ogni volta negoziare con la controparte. Così facendo si riducono in modo significativo gli oneri finanziari e si fidelizzano i fornitori che sono a caccia di ossigeno dal punto di vista della liquidità creando un circolo virtuoso dove entrambe le parti vincono e trovano soddisfazione